Morto a 47 anni, il 26 marzo del 1979, a Tolentino, dopo averne passati 27 immobile su di un letto. Finito nel letto a 19 anni, imprecando, una notte di dolori forti, a 25 anni, decide di “cedere” e di pregare.
Ha una visione che gli cambia l’esistenza: decide di vivere il resto della vita per consolare i “crocifissi vivi” come e più di lui. Lo farà ricevendo la gente in camera e scrivendo anche 20 lettere al giorno.
Chi incontrava Luigino, ne riportava l’impressione forte di aver conosciuto un uomo che veramente amava la vita. La sua vita. Quella vita lì, che non gli aveva “mai regalato cinque minuti di libera uscita – scrive Luigino – per camminare, correre sui prati, portare un bicchiere alla bocca con le mie mani, o anche solo abbracciare un bambino, come tutti gli uomini”!
Dove trovava la forza per scrivere, per ventisette anni, immobile su di un letto, tante lettere ai “crocifissi vivi”?
Diceva: “Nella vita, quando c’è un “perché”, si accetta ogni “come”.
Il suo segreto di vita piena di gioia era la sua Fede, la sua Speranza, il suo Amore, verso quel “Buon Dio”, che era la fonte vera del suo amore verso ogni fratello sofferente.
Spero che queste parole, scritte con la vita, aiutino tutti a lodare il Signore, mettendoci nelle Sue mani, che Luigino chiamava “le mani migliori”.